
A meno che tu non voglia sentirti dire “Le faremo sapere”.
Sostenere un colloquio in inglese è di certo una bella sfida. Non devi fare confusione con i tempi verbali, devi parlare con un buon ritmo e in maniera opportuna. In altre parole, devi dimostrare che quel livello Upper- Intermediate che hai indicato nel CV esiste davvero. In queste occasioni vengono in aiuto le frasi standard imparate a memoria da Internet. Tuttavia, come esperienza insegna, non tutte ti aiuteranno ad avere il lavoro dei tuoi sogni. Skyeng Magazine ha raccolto qui 7 frasi che di sicuro non piaceranno al tuo intervistatore.
1.”I’m really nervous.” (Sono molto nervoso/a)
Davvero, possono vere mille buone ragioni per essere in ansia. Può darsi che tu in genere, non sia molto a tuo agio a parlare con le persone che non conosci. Questo è il lavoro dei tuoi sogni e tu vuoi fare una buona impressione. Oppure, il colloquio si svolge in inglese e tu hai paura di fare qualche errore stupido. Qualunque sia la ragione della tua agitazione, non è detto che gli altri debbano esserne informati. Quasi a nessuno fa piacere assumere una persona insicura. E allora fai un bel respiro e fake it till you make it (fingi fin quando ce la fai).
2. “That’s a good question.” (Grazie di avermi fatto questa domanda)
Non stai facendo un’intervista con Bruno Vespa: nessuno ha scritto delle domande apposta per te. Molto più probabilmente ti stanno facendo domande standard, tratte da un elenco predeterminato elaborato in funzione della posizione offerta e concordato con il management. In inglese questi elenchi si chiamano “preset lists of questions“. Quindi la stessa domanda è stata posta e sarà posta a decine di candidati. Non tergiversare: comincia a rispondere.
3. “That’s a really nice watch you have on.” (Molto bello il suo orologio)
Qaulsiasi complimento su vestiti, accessori o aspetto del tipo “You look amazing” (Sta benissimo vestito/a così!) sono del tutto fuori luogo nel corso di un colloquio di lavoro. Conservati le osservazioni di questo genere per una conversazione informale: per esempio in un bar, può aiutare a rompere il ghiaccio. Se vuoi proprio dire qualcosa di carino a chi ti sta intervistandom parla piuttosto dei suoi risultati professionali.

4. “My current company is awful.” (L’azienda dove lavoro adesso è tremenda)
Anche se l’azienda per cui lavori ha una pessima reputazione sul mercato e tutti sanno che lì non devi passartela granché bene, in nessun caso devi fare accenno alla situazione. Altrimenti il tuo potenziale datore di lavoro penserà immediatamente che fra un anno o due parlerai male anche di lui e dell’azienda. E anche se dare addosso al tuo attuale datore di lavoro con frasi del tipo “I don’t feel challenged and supported by the team lead” (non mi sento abbastanza stimolato/a e supportato/o dal mio capo) può sembrare innocuo, in realtà stai facendo intendere che l’azienda dove lavori ha personale incompetente.
5. “I don’t have much experience, but I’m a quick learner.” (non ho molta esperienza ma imparo velocemente)
È molto probabile che tu cada in questo sfortunato errore se ti sei appena laureato/a oppure hai appena deciso di cambiare percorso professionale. Non hai alcuna esperienza, questo è chiaro, l’intervistatore lo ha visto sul tuo CV ma ha deciso di invitarti lo stesso a fare un colloquio. Invece di portare l’attenzione ancora una volta sulle tue debolezze, parla piuttosto di come potresti applicare nel nuovo lavoro le competenze acquisite durate gli studi o nella vecchia posizione. C’è qualche formula che potrebbe aiutarti:
“to parlay my experience in … to …” (per sfruttare la mia esperienza nel…), “to translate my success in … to …” (trasferire i miei successi a…), “to take the next step in …” (fare il prosimo passo nel…).
6. “I, like, increased our social following, like, 25%…” (Ho, tipo, aumentato il nostro seguito social tipo del 25%)
Le parole riempitivo (crutch-words, come sono chiamate in inglese) hanno il vantaggio di darti un po’ più di tempo per pensare alla risposta, rendono il tuo discorso più coeso e anche, a volte, ti fanno sembrare più madrelingua. Eppure esse non sono appropriate in ogni contesto: chi ti sta intervistando potrebbe pensare che manchi di fiducia in te stesso/a, oppure che non sei in grado di esprimere con chiarezza il tuo pensiero. Il tutto è complicato dal fatto che “like” è regolarmente in cima alla lista delle parole più odiate dai madrelingua. Per cui nei contesti più formali non usare questo genere di parole, o almeno sostituiscile con varianti meno fastidiose come “say” (diciamo), “nearly” (quasi), “about” (circa).

7. “Perfectionism is my greatest weakness.” (Il perfezionismo è il mio peggiore difetto)
Un cliché sentito talmente tante volte nei colloqui di lavoro che ormai non vuol dire più niente. Altri esempi di frasi inflazionate: “I’m highly organized” (sono molto organizzato/a), “I’m a hard worker.” (Sono un/a grande lavoratore/trice), “I’m a problem-solver.” (Ho grande capacità di problem solving), “I think outside of the box” (Penso fuori dagli schemi). Parole che non dicono niente di te come professionista, tranne che hai letto una selezione di frasi da usare nei colloqui di lavoro. Invece di lanciare qua e là frasi generiche, fornisci esempi concreti di quando hai trovato una soluzione originale a un problema, oppure di come il tuo senso dell’organizzazione si manifesta sul tuo posto di lavoro.